1. A1. Il testo che stai per leggere è composto da due parti:
una parte introduttiva (parte 1) e un racconto (parte 2).
Leggi la parte introduttiva e rispondi alle domande;
poi passa alla parte 2.
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IL PROCESSO E IL NASO |
Se tu e io ci guardassimo in faccia, lettore, io non so cosa vedrei, perché tu sei misterioso, sei tutto nascosto nella diversità: ma quello che vedresti tu, eccolo qua: una faccia un po' grande, con una barba spruzzata di bianco. Vedresti due occhi piuttosto piccoli, color castagna cruda, e un naso abbastanza dritto: però, però, se tu guardassi bene, molto attentamente, con un occhio solo, come fanno i pittori, noteresti che il mio naso, pur essendo dritto, non è proprio al centro della faccia: è leggermente, appena, un poco spostato verso sinistra. È col naso così, che sono nato? No. Il mio naso si è spostato dopo. |
2. A2. "tu sei misterioso, sei tutto nascosto nella diversità".
5. A4. Leggendo il titolo e la parte introduttiva
puoi aspettarti che parli quasi sicuramente
di alcune cose, sai indicare quali ?
Indica con un SI quelle che ti aspetti,
con un NO quelle che pensi non ci entrino nulla.
6. A5. IL PROCESSO E IL NASO
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Parte già letta Se tu e io ci guardassimo in faccia, lettore, io non so cosa vedrei, perché tu sei misterioso, sei tutto nascosto nella diversità: ma quello che vedresti tu, eccolo qua: una faccia un po' grande, con una barba spruzzata di bianco. Vedresti due occhi piuttosto piccoli, color castagna cruda, e un naso abbastanza dritto: però, però, se tu guardassi bene, molto attentamente, con un occhio solo, come fanno i pittori, noteresti che il mio naso, pur essendo dritto, non è proprio al centro della faccia: è leggermente, appena, un poco spostato verso sinistra. È col naso così, che sono nato? No. Il mio naso si è spostato dopo. |
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Era il 1956, o il 1957? Non ne sono sicuro. Avevo nove o dieci anni. Ero un bambino. Il paese in cui abitavo era Edolo, Valcamonica, Lombardia, Italia, in mezzo a |
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verdi alte montagne. La linea ferroviaria che arriva a Edolo, finisce lì. Non va oltre. I binari, dopo cento o duecento metri dalla stazione, finiscono, contro una specie di trabiccolo metallico. Fine della ferrovia. Era un posto bellissimo per giocare. Ci giocavamo nel pomeriggio, fino quasi a |
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buio, con le bande. Le bande eravamo noi, divisi in due gruppi nemici. Non ricordo come si chiamavano le bande, ma certo i nomi dovevano essere quelli di qualche gruppo o tribù, presi dai film che vedevamo alla domenica pomeriggio. Nessuno aveva ancora la televisione in casa: la televisione era solo nei bar. Noi vedevamo i film al cinema dell'Oratorio, e tornando a casa, |
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giocavamo a quello che avevamo veduto. Io ero il capo di una banda. Non so perché fossi io il capo: non credo di essere stato più forte, più veloce o più coraggioso degli altri. Però a scuola scrivevo dei bei pensieri. Non immaginavo ancora che da grande avrei fatto lo scrittore, però scrivevo bei pensieri. Insieme ai pensieri, avevo le parole, e le parole |
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servono, per fare il capo. Uno senza parole, che capo è? Forse è per questo che ero il capo della banda. Le bande combattevano una contro l'altra. Non mi ricordo se ci fossero dei motivi, ma forse non ce n'erano. Le bande si combattevano perché erano nemiche, ed erano nemiche perché si combattevano. Ci si cercava, ci si |
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catturava. Non ricordo cosa facessero quelli della banda nemica quando catturavano uno di noi. Però ricordo quello che facevamo noi ai prigionieri. Gli facevamo un processo nella nostra tana. La tana della mia banda era un vagone abbandonato, di legno vecchio e malandato. Era un vagone per il trasporto del bestiame, ma nessuno ci |
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trasportava più niente. Stava da anni alla fine del binario, dimenticato dal mondo, sotto la pioggia e la neve, o sotto il sole. L'ingresso era aperto, perché il portellone era bloccato. C'era, a una certa altezza su uno dei lati del vagone, una finestra rettangolare, molto più larga che alta, chiusa da uno sportello di legno che si apriva verso l'interno, facendo perno sul lato inferiore. Io non |
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avevo mai notato quello sportello, né come si apriva: perché era sempre stato chiuso, e perché io andavo in quel vagone a giocare e non a guardare gli sportelli. Quando catturavamo un prigioniero lo portavamo nella tana e gli facevamo il processo. Essendo il capo della banda, io ero anche il capo del processo. Ero io |
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che interrogavo il prigioniero. Non ricordo che cosa gli chiedevo, ma dovevano essere cose che lui non poteva rivelare. Un giorno, dunque, catturammo uno della banda nemica e lo portammo nel vagone, per fargli il processo. Lo guardai con disprezzo, anche se credo che questo, per un giudice, non sia |
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regolare, e dissi «Si inizi il processo!» Ricordo con precisione le parole. «Si inizi il processo!» Poi, per dare più forza al mio ordine, feci una cosa. Non so se la feci per la prima volta, o se l'avevo fatta altre volte: se l'avevo fatta, le altre volte non aveva avuto conseguenze. Quella volta le ebbe. Ma cosa feci? Dopo aver detto: «Si inizi il processo!», diedi un gran colpo |
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all'indietro, con il tallone, alla parete del vagone. Sentii una botta tremenda sul naso. Credo di aver visto le stelle. Lo sportello del carro bestiame, al calcio, si era aperto all'interno, ribaltandosi sulla mia faccia. Sul naso, precisamente. Non ricordo con precisione, ma credo di aver sollevato le mani, e di aver spostato lo sportello. Ero molto intontito. |
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A quel punto, tutti scoppiarono a ridere. Questo lo ricordo bene. Ricordo che gridai: «Non ridete!» Invece continuavano a ridere. lo ero spaventato, e arrabbiato per quelle risate. Ricordo che tornai a casa da solo. Il naso non mi faceva molto male, e aveva |
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solo un segno rosso. Nei giorni seguenti continuavo a toccarmi il naso, per sentire se era rotto. Ma non lo era. Non mi accorsi però che il naso si era spostato, e nessun altro se ne accorse, perché non si era spostato molto. Me ne accorsi qualche tempo dopo, parecchi anni: uno che mi guardava disse: «Lo sai che hai il naso un po' da una parte?» lo andai davanti a uno specchio, ed era |
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vero. Ecco come si è spostato il mio naso: fu colpito dallo sportello di un tribunale ferroviario e bestiale, all'inizio di un processo. |
7. A6.a Prova a indicare più o meno in che anno è accaduto questo fatto:
8. A6.b Prova a indicare più o meno in che anno è accaduto questo fatto:
9. A6.c Prova a indicare più o meno in che anno è accaduto questo fatto:
10. A6.d Prova a indicare più o meno in che anno è accaduto questo fatto:
11. A6.e Prova a indicare più o meno in che anno è accaduto questo fatto:
12. A7. Alle righe 6-8 si legge:
"La linea ferroviaria che arriva a Edolo, finisce lì.
Non va oltre. I binari, dopo cento o duecento metri
dalla stazione, finiscono, contro una specie
di trabiccolo metallico. Fine della ferrovia."
21. A16. "Me ne accorsi qualche tempo dopo,
parecchi anni: uno che mi guardava disse:
«Lo sai che hai il naso un po' da una parte?»
(righe 62-64).
Di che cosa si è accorto il protagonista?
Se tu capisci a che cosa si riferisce il "ne"
puoi rispondere a questa domanda.
22. A17. Spesso nel testo si legge: "ricordo... non ricordo... so... non so...".
Indica se l'autore ricorda bene o non ricorda bene questi fatti:
Per ogni frase rispondi RICORDA oppure NON RICORDA
24. B1. Leggi il seguente testo
e poi rispondi alle domande
Questo testo è stato suddiviso in paragrafi che fanno parte di un unico articolo, dal titolo "MOSTRI DI ACQUA DOLCE" (tratto da una rivista per ragazzi), che troverai ricomposto alla fine, dopo l'ultima domanda.
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Mentre nelle acque del mare la maggior parte di noi si sente a proprio agio, laghi e fiumi sono da sempre guardati con timore e sospetto: correnti, mulinelli, sponde viscide, acque scure e minacciose... Non c'è perciò da stupirsi che siano sorte leggende di ogni tipo, con creature mitiche e mostri spaventosi. In realtà, le acque dolci sono solo ambienti poco conosciuti: quanti di voi hanno provato a mettere la maschera e andare a esplorare i fondali di un lago o di un fiume? Eppure, anche questi luoghi sono pieni di sorprese e i temuti "mostri" sono spesso creature bizzarre e affascinanti. |
In questo paragrafo ci si riferisce in due diversi modi agli ambienti in cui vivono "creature mitiche e mostri".
26. B3. Individua nel primo paragrafo, riportato nuovamente qui in basso,
le informazioni per completare lo schema in basso
sull'argomento "Laghi e fiumi sono guardati con timore e sospetto" :
Mentre nelle acque del mare la maggior parte di noi si sente a proprio agio,
laghi e fiumi sono da sempre guardati con timore e sospetto: correnti, mulinelli,
sponde viscide, acque scure e minacciose...
Non c'è perciò da stupirsi che siano sorte leggende di ogni tipo, con creature mitiche
e mostri spaventosi. In realtà, le acque dolci sono solo ambienti poco conosciuti:
quanti di voi hanno provato a mettere la maschera e andare a esplorare i fondali
di un lago o di un fiume? Eppure, anche questi luoghi sono pieni di sorprese
e i temuti "mostri" sono spesso creature bizzarre e affascinanti.
27. B4. Leggi il seguente testo e poi rispondi alla domanda :
Quante leggende circolano intorno ai piraña (in italiano piragna) e ai loro denti affilati! Ma quello che narrano le leggende è da prendere con le pinze. Questi pesci sudamericani sono certamente voraci, specialmente durante i periodi di siccità, quando il cibo scarseggia e si trovano in acque affollate. Esistono però altre specie di pesci d'acqua dolce meno note e più grandi e aggressive, come ad esempio il pesce tigre Golia (Hydrocynus goliath). Perché i piraña sono così temuti? Forse per un fatto che accadde all'inizio del secolo scorso, la cui notizia - provenendo direttamente dalla penna dell'allora presidente degli Stati Uniti - dilagò. Nel 1913, Theodore Roosevelt andò in visita in Brasile. Durante la sua spedizione nella foresta amazzonica, venne inscenato uno spettacolo impossibile da dimenticare: dei pescatori locali isolarono con le reti un tratto di fiume, in cui misero tantissimi piraña vivi, lasciandoli senza cibo per vari giorni. Quando Roosevelt arrivò, una mucca viva venne spinta nell'acqua: i pesci, ridotti alla fame, la divorarono in pochi minuti! li presidente, non sapendo della montatura, fu talmente impressionato che descrisse l'accaduto dettagliatamente tra i suoi racconti di viaggio: da lì la leggenda dilagò. Ancora oggi i piraña godono di pessima fama, ma gli attacchi alle persone si concludono per lo più con qualche morso. Questi pesci invece, di dimensioni piuttosto ridotte (massimo 26 cm di lunghezza), hanno molti predatori: cormorani, caimani e perfino delfini (ne sono ghiotti), oltre all'uomo. Le popolazioni locali fanno incetta di piraña, sia per mangiarli sia per venderli imbalsamati ai turisti o come esemplari da acquario. |
28. B5. Dal testo si capisce che le leggende, di cui si parla all'inizio del paragrafo,
riguardano quanto i piraña siano aggressivi e pericolosi.
Ma poi vengono date diverse informazioni che ridimensionano,
cioè indeboliscono, questa idea.
29. B6. In questo paragrafo viene raccontato un episodio,
che coinvolge il presidente Roosevelt, per spiegare perché
i piraña siano tanto temuti.
La seguenti informazioni sono importanti per spiegare
la brutta fama dei piraña che li rende tanto temuti?
Per ogni frase rispondi SONO IMPORTANTI oppure NON SONO IMPORTANTI
30. B7. Leggi il seguente testo e poi rispondi alla domanda
La planaria predigerisce le sue prede esternamente per poi aspirarle una volta liquefatte. Questo platelminta (o verme piatto), che in Italia raggiunge al massimo 3 cm di lunghezza, si nutre di invertebrati e di organismi in decomposizione; può resistere per vari mesi senza cibo, utilizzando le proprie riserve e infine autodigerendo i propri organi interni, che riforma quando riprende ad alimentarsi. La caratteristica più stupefacente della planaria, infatti, è la sua capacità rigenerativa: se si taglia una planaria in vari pezzetti, ognuno di essi sarà in grado di riformare l'intero animale (in un articolo scientifico si riporta che, in alcune specie, porzioni delle dimensioni di 1/279esimo del corpo sono in grado, in alcune settimane, di ricreare l'intero organismo). |
Tenendo conto dell'intero paragrafo,
come si manifesta la capacità di rigenerarsi della planaria?
31. B8. Rileggi ancora il testo e poi rispondi alla domanda:
La planaria predigerisce le sue prede esternamente per poi aspirarle una volta liquefatte. Questo platelminta (o verme piatto), che in Italia raggiunge al massimo 3 cm di lunghezza, si nutre di invertebrati e di organismi in decomposizione; può resistere per vari mesi senza cibo, utilizzando le proprie riserve e infine autodigerendo i propri organi interni, che riforma quando riprende ad alimentarsi. La caratteristica più stupefacente della planaria, infatti, è la sua capacità rigenerativa: se si taglia una planaria in vari pezzetti, ognuno di essi sarà in grado di riformare l'intero animale (in un articolo scientifico si riporta che, in alcune specie, porzioni delle dimensioni di 1/279esimo del corpo sono in grado, in alcune settimane, di ricreare l'intero organismo). |
Tenendo conto dell'intero paragrafo,
si capisce che la planaria è considerata
un "mostro" nel senso che:
32. B9. Leggi il testo e poi completa lo schema in basso:
La leggenda del Mostro di Loch Ness (detto Nessie) |
I Pitti erano una popolazione che abitava la Scozia prima ancora della conquista dei Romani. Nelle loro pitture rupestri, oltre ad animali locali facilmente riconoscibili, compare l'immagine di un "mostro" dal muso allungato, con le pinne e uno spruzzo d'acqua sulla sommità del capo; forse da qui si è originata la leggenda del Mostro di Loch Ness. Nel 1934, poi, fu inscenato uno dei più riusciti scherzi della storia: un paio di amici montarono una testa di animale su un sottomarino telecomandato per prendere in giro un conoscente, il dottor Kenneth R. Wilson, che abboccò e fotografò il mostro, inviando anche l'immagine al giornale London Daily Mail, che la pubblicò. La notizia fece enorme scalpore, alimentando l'immaginazione della gente: da allora decine di persone hanno affermato di aver visto mostri emergere dalle scure acque del lago. Ci sono varie teorie che spiegano questi avvistamenti: forse sono state suggestioni create da giochi di luce o movimenti dell'acqua; più probabilmente si è trattato di un animale locale: una grossa anguilla, un pesce siluro oppure una lontra o una foca. Ecco invece le motivazioni contro la presenza del mostro: |
1 Non ci sono prove convincenti dell'esistenza dell'animale. Se si trattasse di un gran rettile, dovrebbe riaffiorare alla superficie per respirare e sarebbe stato avvistato molto più frequentemente di quanto non sia in realtà accaduto. |
2 Se Nessie esistesse, avremmo trovato gli scheletri fossili dei suoi antenati (plesiosauri o creature simili) mai rinvenuti. |
3 Il Loch (cioè lago) Ness non è abbastanza grande per sostenere un animale di quelle dimensioni (anzi, un gruppo di animali: si dovrebbe trattare perlomeno di una famiglia, dato che gli avvistamenti durano da centinaia di anni). |
4 Le acque del lago sono troppo fredde per la vita di un rettile. |
5 Fino a un'epoca abbastanza recente (18.000 anni fa circa), il Loch Ness era coperto dai ghiacci: l'animale non può essersi evoluto qui. Per arrivare dal mare, invece, avrebbe dovuto affrontare un dislivello in salita, contro corrente e muovendosi verso acque più fredde - anche questa possibilità è perciò esclusa. |
Insomma: è scientificamente provato che il mostro non esiste. |
Dall'articolo si capisce che la leggenda del mostro di Loch Ness
è passata attraverso diverse fasi, quale fatto caratterizza ciascuna fase?
(segna un unico evento per ogni fase)
33. B10. Nel paragrafo sono elencate alcune argomentazioni
contro la reale esistenza del Mostro di Loch Ness.
I seguentI aspetti del mostro o del lago vengono utilizzati
per costruire queste argomentazioni?
Per ogni frase rispondi VIENE UTILIZZATO oppure NON VIENE UTILIZZATO
35. C1. Metti in ordine alfabetico le parole dello schema numerandole da 1 a 6
36. C2. Nel testo che segue, ci sono sette espressioni che indicano
la successione del tempo, la prima è indicata; trova le altre sei
fra quelle proposte nella tabella:
Io sono stata a trovare la nonna che abita in campagna.
Alle 4 ho fatto la merenda poi sono andata fuori in bicicletta
e dopo è arrivato anche mio cugino Guido.
Abbiamo giocato a nascondino, piu' tardi abbiamo guardato la televisione.
Alle 7 la nonna ci ha detto che dovevamo preparare la tavola per la cena.
Dopo mezz'ora sonop arrivati i nostri genitori e infine abbiamo cenato tutti assieme.
Che bella gornata abbiamo passato!
Per ogni frase rispondi nei casi in cui le parole sono presenti nel testo se
INDICA SUCCESSIONE TEMPO oppure NON INDICA SUCCESSIONE TEMPO
37. C3. Individua il gruppo o i gruppi in cui tutte le forme verbali indicano,
oltre al modo e al tempo, anche la persona.
Per ogni frase rispondi SI oppure NO
38. C4. Nella seguente espressioni indica se dopo "un"
ci vuole l'apostrofo oppure non ci vuole?
Per ogni frase rispondi CI VUOLE oppure NON CI VUOLE
40. C6. Nelle frasi che seguono tutti i soggetti sono sottointesi;
indica, in ogni frase, il pronome personale
che fa da soggetto sottointeso.
41. C7. Nelle frasi che seguono indica se il verbo sottolineato
si riferisce a un evento che accade nel presente, nel passato o nel futuro.
42. C8. Nei seguenti gruppi di parole, indica, per ogni riga,
le due parole che hanno lo stesso significato, cioè sono sinonime.
43. C9. La "s-" davanti a un verbo può avere valore di prefisso
con il significato privativo di "togliere"
(ad es. scucire = togliere la cucitura).
Indica se i seguenti verbi hanno la "s-" con questo valore